Per spiegare cosa si intende con marketing dell’ascolto bisogna fare un passo indietro. C’era un tempo (neanche troppo lontano) in cui la comunicazione tra azienda e cliente avveniva in una sola direzione. Se una mamma sceglieva di acquistare una marca di biscotti, piuttosto che un’altra, era per la riconoscibilità del marchio, visto così tante volte alla televisione, o per la musicalità del nome, incastonato così bene nel motivetto della reclame da fare tutt’uno con i suoi pensieri di madre in cerca di un prodotto sano, sicuro per tutta la famiglia.
Qualcosa è cambiato
Tornando a oggi, repetita iuvant, questo è vero ma non basta. L’affidabilità di un marchio non è più questione di musicalità e della frequenza con cui viene reclamizzato, e non sembra più essere sufficiente nemmeno la garanzia del testimonial che ci mette la faccia.
La reputazione di un marchio viaggia su molti canali, ed è fatta di domande e risposte: le domande di chi interroga il web per avere informazioni, le risposte di chi rappresenta l’azienda, e le recensioni di chi quel prodotto lo ha già provato.
E non vale nemmeno la regola del “purché se ne parli” perché la reputazione on-line potrebbe trasformarsi in un’auretta assai poco gentile: l’articolo precedente parla proprio delle pratiche di ascolto che giovano alla salute dell’immagine di brand.
Un esempio di marketing dell’ascolto: #TiAbbiamoAscoltato di Plasmon
Un curioso, anche se non più recentissimo (2016), caso di marketing dell’ascolto è la campagna #TiAbbiamoAscoltato di Plasmon.
Questa campagna marketing è incentrata sul lancio del nuovo biscotto Plasmon prodotto senza uso di olio di palma. L’azienda ha trasformato in realtà le numerose richieste provenienti da madri:
“Olio di palma no grazie”
“Se non fosse per l’olio di palma sarebbero perfetti”
“Plasmon, per favore, togli l’olio di palma dai biscotti”
…e molte altre ancora.
L’azienda spiega inoltre come abbia impiegato più di un anno di ricerca e sviluppo per produrre un biscotto che in assenza dell’olio di palma potesse avere gli stessi principi nutrizionali, la friabilità, il gusto inconfondibile e la proprietà unica di “sciogliersi” facilmente in bocca.
Si tratta di una best practice per quanto riguarda la tematica del marketing dell’ascolto. Qualora fosse di tuo interesse approfondire il caso, ti consiglio di guardare il video pubblicato sulla pagina Facebook “Mamme e Plasmon” dall’azienda in occasione del lancio di questo nuovo prodotto.
Tra ascolto e guerrilla marketing: la versione di Burgher King
Qualche mese fa la catena brasiliana di Burgher King ha lanciato una campagna promozionale che ha fatto il giro del web. Si chiama #BurnThatAd, e consiste in una promozione mirata a distruggere (metaforicamente) gli annunci pubblicitari della concorrenza, con l’intento di offrire alla gente quello che vuole.
Cosa desiderano le persone?
“Meno pubblicità e panini gratis”, è il messaggio implicito del commercial
E grazie alla realtà aumentata tutto questo si è trasformato, per tutta la durata della campagna, in realtà. L’annuncio invitava gli utenti a scaricare l’app Burgher King, puntare lo smartphone verso i cartelloni pubblicitari della concorrenza e godersi lo spettacolo.
L’immagine del competitor prendeva fuoco e al suo posto compariva l’annuncio di Burgher King, e la promessa di un Whopper gratis nel ristorante più vicino.
Ascolto, monitoraggio e interattività
In conclusione dunque si può affermare che le aziende che intendono mettere in pratica il marketing dell’ascolto devono in primis monitorare gli ambienti comunicativi d’interesse e, successivamente, essere abili nel crearsi una propria identità riconosciuta, e che abbiano come punto di partenza l’interazione con le persone.
Come fare tutto ciò?
“La chiave del marketing dell’ascolto è la partecipazione: la frequenza di aggiornamento su ogni specifica piattaforma e la qualità dei contenuti che forniamo, costruiranno la percezione e l’immagine del nostro brand agli occhi del network di persone che ci circondano.”
Conosci altri esempi di marketing dell’ascolto?
O situazioni in cui, al contrario, un interlocutore (commerciale) sembra comunicare a senso unico?
Racconta: ti ascolto
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